Quando gli amici dell’Associazione Oncologica San Bassiano Onlus arrivano, nel sonnecchiante martedì mattina di inizio aprile, l’aria a porto San Felice è leggera e frizzante, sulla pelle e nello spirito.
Già sulla colazione, intervallata dalle ovazioni delle signore presenti per l’avvenenza dei nostri skippers (!) e dal breve briefing sul programma della giornata e sulla Laguna, le nuvole grigie in cielo si diradano per lasciare il posto a quella che diventerà una meravigliosa e insolitamente calda giornata di primavera.
Ci armiamo di giubbotti salvagente e di qualche nozione di base sulla barca a vela, ed immediatamente la Laguna tra Chioggia e Sottomarina si anima di colori: il bianco delle vele, l’accecante blu atollo delle magliette Oltremare, inconfondibili in mezzo a tutte, l’arcobaleno di visi e di sorrisi dei nostri ospiti, che dopo un attimo per prendere confidenza con le cime e con le vele, sono già provetti marinai.
Dal gommone assistenza, che saltella dall’uno all’altro dei sei equipaggi, per seguirne le manovre e le esigenze, mi godo la veleggiata, per una volta senza i guantini da tailer, dall’esterno.
E mi godo le facce rilassate e divertite dei neo velisti, che stanno imparando a regolare le vele, a dare e a prendersi le precedenze in navigazione e ad abbracciare il vento. E sarà la meraviglia della Laguna, oggi tutta per noi, sarà il clima che si è creato, che ricorda una gita scolastica, ma non riesco a smettere di fotografare i sorrisi.
E’ questa la cosa più bella che ho visto durante questa giornata: il sorriso. Lo stupore di chi vede una cosa per la prima volta, l’espressione divertita del vento in faccia, che parla sempre di libertà, la voglia e la curiosità di provare a fare e di sentirsi attivi sulle nostre barche, chi al timone, chi alla randa, ma tutti con la responsabilità di chi sa che le cose o si fanno bene o non si fanno proprio, e che anche la vela è una cosa seria! Questo che vedo, ripaga di tutto e scalda il cuore.
Forse perché, a volte, certe prove che la vita ci obbliga ad affrontare, ci portano a rimettere ordine nelle nostre priorità, ci aiutano ad apprezzare di più le cose semplici, i bei momenti inaspettati e ci fanno tirare fuori una forza che non sapevamo di avere e che ha qualcosa a che fare con la voglia di vivere.
Per una giornata, o anche solo per poche ore, non esiste malattia e non esiste cura. L’unica terapia possibile è vivere ogni momento al meglio. In questo tiepido martedì, mettiamo in pausa le nostre vite, perché per oggi esiste solo la nostra prua che punta verso l’Oasi di Ca Roman, dove ci aspettano il pranzo al sacco e una visita guidata.
Quando invertiamo la rotta per rientrare in porto, mi sento davvero rilassata e grata, e non posso non pensare a quanto la vela sa sempre regalarmi. Non ho ancora smaltito la carica positiva del primo posto in regata di domenica, che già mi ritrovo a vivere questa fortissima emozione.
Di questa giornata che è passata troppo in fretta, l’immagine che porterò con me è quella di una signora che inforca un paio di occhiali legati da una catenella con le perline e si allena a legare un parabordo, con la stessa precisione e manualità che metterebbe in un lavoro all’uncinetto, ma con l’espressione di chi pensa che mai, nella vita, avrebbe creduto di trovarsi a fare un nodo parlato sulla draglia di un minicabinato.
Forse è proprio quello, il vero insegnamento che porterò a casa: dare sempre alla vita la possibilità di sorprenderci, nonostante tutto.
Grazie a tutti gli amici di San Bassiano, vi aspettiamo presto!
#Sara Bertelli